sabato 12 febbraio 2022

Il Montagnier di Schrödinger


Il giorno 8 Febbraio 2022 è venuto a mancare il biologo Luc Montagnier. O almeno così si diceva all'inizio. Poi c'è stata la smentita. E infine, nella giornata di ieri, la conferma ufficiale da parte della sezione fact-checking del quotidiano francese Liberation. Ma fino a quel momento uno spesso velo di mistero era calato sulla scomparsa dello scienziato facendo volare la fantasia nel mondo complottista. Ma andiamo con ordine.

Luc Montagnier è stato uno scienziato francese divenuto noto per aver scoperto negli anni '80, insieme a Barré-Sinoussi, il virus dell'HIV; una scoperta fondamentale e che è stata l'inizio di quella lotta che ha portato oggi l'HIV a fare meno paura rispetto a 30 o 40 anni fa. Questo lavoro è valso ai due scienziati il premio Nobel nel 2008, condiviso con Harald zur Hausen per aver scoperto la correlazione fra Papilloma virus e tumore della cervice uterina.

Montagnier dunque era sicuramente una mente eccelsa che ha fatto tanto per la medicina, ma la sua carriera non si è svolta poi nella massima tranquillità possibile, a causa di varie teorie ed affermazioni espresse dal biologo stesso e che nel tempo lo hanno portato ad essere allontanato sempre di più dalla comunità scientifica.

In particolare si ricordano le sue pubblicazioni sulla memoria dell'acqua (alla base dell'omeopatia), l'uso terapeutico della papaya contro malattie come il morbo di Parkinson, e una dieta a base di integratori ed antiossidanti per combattere l'HIV.

Montagnier viene spesso presentato come un esempio della cosiddetta "sindrome da Nobel" (Nobel disease), ossia quella tendenza da parte di alcuni scienziati detentori del prestigioso premio ad appoggiare teorie pseudoscientifiche forti del potere che una simile onorificenza conferisce, dimenticando che in quanto umani sono anch'essi fallibili e quindi ingannabili dai loro stessi bias e dal mondo che li circonda.

Negli ultimi due anni però Montagnier era tornato alla ribalta per le sue posizioni molto critiche nei confronti della gestione della pandemia di Covid-19 e dei vaccini; nulla di strano poiché sicuramente questa gestione non è stata perfetta e nessuno è esente da critiche, se non fosse che molte di queste sue affermazioni fossero al limite del complottismo (forse anche oltre quel limite) e di conseguenza lo scienziato è diventato un idolo nel movimento no-vax e no-green pass.

L' ultima sua dichiarazione riguarda la dose booster di vaccini a mRna: un invito a fare il test contro l'HIV da parte di coloro che hanno ricevuto la terza dose, poiché in questo modo avrebbero scoperto una "sorpresa". Da qui la bufala che si è subito diffusa che  la terza dose di vaccino provochi l'AIDS.

Ed è a pochi giorni da questa dichiarazione che arriva il primo annuncio da parte del quotidiano France Soir della morte del noto scienziato, seguito da un giorno intero di silenzio da parte del resto della stampa, della famiglia e delle altre persone a lui vicine.

Inutile dire che in questo clima di mistero la fantasia abbia iniziato a galoppare, anche dopo l'annuncio ufficiale da parte di Liberation e conseguente diffusione della notizia su altri autorevoli giornali internazionali, come Le Figaro in Francia o Ansa in Italia.

Girovagando soprattutto nel sottobosco di Twitter si possono trovare le teorie più disparate: alcuni (pochi) sostengono che in realtà Montagnier non sia veramente morto, ma altri (la maggior parte) sostengono che, nonostante lo scienziato avesse 89 anni e una salute non proprio di ferro a causa dei problemi di cuore, sia stato ucciso dai "poteri forti". Perché?

Prima di tutto perché avrebbe rivelato verità scomode sui vaccini, e per questo sarebbe stato tolto di mezzo insieme ad altre figure considerabili "pericolose" per la loro lotta contro la "dittatura sanitaria", come il dottor Trinca o il dottor De Donno. Uccisi dunque da BigPharma per essere messi a tacere, secondo i più fervidi sostenitori di questi movimenti.

Altri invece sostengono che oggi, 12 Febbraio, Montagnier avrebbe dovuto testimoniare a quello che viene chiamato il processo di "Norimberga 2", un procedimento che, in analogia con quello vero di Norimberga in cui vennero processati i fautori degli stermini nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, dovrebbe giudicare e condannare tutti coloro che hanno commesso crimini contro l'umanità durante questo periodo di pandemia. Un argomento che sicuramente merita un articolo a parte che verrà pubblicato prossimamente.

Inutile dire che si tratti di teorie senza alcun fondamento, ma l'annuncio ufficiale della morte dello scienziato non ha ovviamente placato le speculazioni, neanche da parte di chi non si considererebbe complottista.

Perché dopo la questione della morte o meno, adesso rimane il "mistero" delle cause che hanno portato alla scomparsa di Montagnier. Al di là delle teorie su un presunto omicidio, adesso c'è chi sostiene che possa essere morto di Covid. Anche questa affermazione assolutamente non dimostrabile, soprattutto perché l'Ansa ci fa sapere che il medico Gèrard Guillaume, nel rispetto della volontà della famiglia, non avrebbe voluto divulgare la causa precisa della morte di Montagnier, ma ha assicurato che "se n'è andato in pace, con dignità, accanto ai propri cari. Era molto anziano, malato da tempo, fragile. Questa volta il cuore ha ceduto".

A conferma di questa dichiarazione arriva anche un'intervista a Libero della giornalista e divulgatrice scientifica, nonché amica e collaboratrice di Montagnier, Margherita Enrico.

Secondo la giornalista i problemi di cuore dello scienziato erano ben noti, tanto è vero che lei stessa stava organizzando per lui una visita dal professor Massetti del Policlinico Gemelli di Roma. Ma da questa intervista a Enrico emergerebbe anche un'altra questione: sembrerebbe che Montagnier non fosse particolarmente contento di essere diventato l'idolo di no-vax e no-green pass, di sentirsi strumentalizzato e che l'essere stato allontanato per questo dalla comunità scientifica lo facesse soffrire molto.

Come si sentisse davvero Luc Montagnier può saperlo solo lui, e ormai non potrà più raccontarcelo. Se ne va una figura interessante e controversa, e personalmente voglio ricordarlo come colui che ha dato inizio alla lotta contro quel male subdolo e terribile che è l'AIDS. Il resto, è storia. 


1 commento:

  1. Oemopatia ma con l'urina12 febbraio 2022 alle ore 06:17

    [...]e per questo sarebbe stato tolto di mezzo insieme ad altre figure considerabili "pericolose" per la loro lotta contro la "dittatura sanitaria", come il dottor Trinca o il dottor De Donno.[...]

    Big Pharma deve darsi na mossa, è il caso che inizi ad ammazzare i propri nemici prima che arrivino in tempo di morte.

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